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Didaskàlikos

VIII. La materia

1. Dopo di ciò, seguendo il nostro schema, parliamo dei principi e delle dottrine teologiche e, partendo dall'alto, dai primi principi, proseguiremo e ricercheremo l'origine del mondo e concluderemo con l'origine e la natura dell'uomo. E ora, in primo luogo, parliamo della materia.

2. Essa è chiamata da Platone matrice impressionabile, ricettacolo, nutrice, madre, spazio, sostrato non percepibile con la sensazione e coglibile solo per mezzo di un ragionamento bastardo. Essa ha la capacità di ricevere ogni cosa che nasce, avendo la funzione di una nutrice nel portare e nel ricevere tutte le figure, ma è di per sé senza forma, senza qualità e senza figura; pur essendo modellata e segnata da queste figure come da una matrice impressionabile prende la figura di esse, ma non possiede in sé alcuna figura né qualità. Infatti non sarebbe qualcosa di adatto a ricevere impronte e forme varie, se non fosse priva di qualità e scevra da quelle figure che essa stessa deve accogliere; vediamo infatti che anche coloro che apprestano con olio unguenti profumati, fanno uso dell'olio più inodore e coloro che vogliono plasmare forme con cera e argilla, levigano e rendono quanto più possibile privi di ogni figura questi materiali.

3. Certo, dunque, bisogna che anche la materia, che tutto accoglie, se deve ricevere in tutta la sua estensione le forme, non abbia in sé alcuna natura di esse, ma sia senza qualità e senza forma, per poter accogliere, appunto le forme; essendo tale, non è né un corpo né un incorporeo, ma è corpo in potenza, come diciamo che il bronzo è statua in potenza, in quanto diventerà statua una volta assunta la forma.

 


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