[ Torna all'Indice del Didaskàlikos ]

Indice
Didaskàlikos

XXXIV. La politica: i vari tipi di stato e di governo

1. Platone parla di alcuni stati intesi in astratto e questi li esamina nella Repubblica; in quest'opera egli delinea dapprima lo stato senza guerra, poi quello affetto da infiammazione e in guerra, cercando quali siano gli stati migliori e come si compongano. Similmente alla divisione dell'anima, anche lo stato è diviso in tre parti, cioè in guardiani, ausiliari e artigiani. Ai primi di costoro dà l'incarico di decidere e di comandare, ai secondi di combattere, se è necessario (questi devono essere fatti corrispondere alla parte irascibile e sono come alleati della parte razionale), agli ultimi di svolgere le arti e tutte le altre attività; ritiene poi giusto che i capi siano filosofi e contemplino il primo Bene.

2. Solamente così, infatti, essi amministreranno ammodo ogni cosa. Mai, infatti, le cose umane si libereranno dei mali, se i filosofi non cominceranno a regnare o i cosiddetti re non diventeranno veramente filosofi, per qualche sorte divina. Guideranno poi la città nel modo migliore e secondo giustizia, solo quando ciascuna parte sarà determinata nelle funzioni sue proprie, in modo che i capi consiglieranno per il meglio il popolo, gli ausiliari saranno obbedienti a questi e per questi combatteranno e gli altri seguiranno costoro docilmente.

3. Egli dice che ci sono cinque tipi di stati, l'aristocrazia, quando hanno il potere i migliori, poi la timocrazia, quando hanno il potere coloro che amano gli onori, per terzo la democrazia, dopo questa l'oligarchia e, infine, la tirannide, che è la peggiore.

4. Egli tratta anche altri stati legati a certe condizioni, uno dei quali è nelle Leggi e un altro, migliorato, nelle Lettere; di esso si serve per le città ammalate, prese in considerazione nelle Leggi, le quali hanno un territorio delimitato e degli uomini di ogni età. Esse, secondo le varie nature dei cittadini e dei luoghi, abbisognano di una educazione, di istituzioni e di tipi di armamento specifici. Coloro infatti che abitano lungo le coste, navigheranno e combatteranno per mare, mentre quelli che abitano all'interno dovranno apprestarsi, per i combattimenti di terra, se sono montanari, un armamento più leggero, se abitano in pianura, senza alberi, più pesante; di questi, alcuni devono praticare anche la cavalleria. In questa città Platone non stabilisce che le donne siano in comune.

5. Virtù contemplativa e pratica è dunque la politica; essa mira a rendere buona, felice, unanime e concorde la città ed è l'arte del comandare ed ha sottomesse a sé l'arte della guerra, la strategia e il potere giudiziario. Infinite altre cose la politica prende in considerazione e specialmente questo: se si debba o meno fare la guerra.

 


Torna al capitolo precedente Torna all' indice del Didaskàlikos Vai al capitolo successivo