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Didaskàlikos

XII. La generazione del mondo

1. Poiché degli oggetti sensibili naturali e degli oggetti individuali ci devono essere dei modelli definiti, le Idee, dalle quali derivano le scienze e le definizioni (infatti, al di là di tutti gli uomini, è possibile concepire un uomo, e al di là di tutti i cavalli, un cavallo, e, in generale, al di là di tutti gli esseri viventi, un essere vivente ingenerato e incorruttibile, nello stesso modo in cui da un singolo sigillo si traggono molte impronte e da un solo uomo numerosissime immagini), poiché l'Idea è causa originaria dell'essere ogni cosa tale quale l'Idea stessa è, se così è, bisogna allora che anche la più bella opera, il mondo, sia stata fatta da Dio guardando ad un'idea del mondo, avente funzione di modello di questo mondo, in modo che esso sia un'immagine di questa Idea, in rapporto e in somiglianza alla quale è stato fatto dall'artefice, giunto a costruire il mondo secondo la più meravigliosa provvidenza e regola, perché era buono.

2. Utilizzando tutta la materia egli ha costruito il mondo: presa la materia, che si muoveva disordinatamente e sregolatamente prima della nascita del cielo, l'ha condotta da disordine all'ordine più perfetto, disponendo le parti del mondo con numeri e figure adatti, in modo da dividere, come ora stanno, il fuoco e la terra in rapporto all'aria e all'acqua, che fino ad allora avevano solo delle vestigia della propria forma e la capacità di ricevere le qualità degli elementi, ma agitavano senza ragione e senza misura la materia ed erano da essa agitati. Egli generò il mondo da ciascuno di questi quattro elementi presi nella loro interezza, ossia da tutto il fuoco, da tutta la terra, da tutta l'aria e da tutta l'aria, non tralasciando nessuna parte di nessun elemento né alcuna qualità. Avendo pensato, in primo luogo, che ciò che nasceva doveva essere corporeo e del tutto tangibile e visibile, e che non era possibile che fosse tangibile e visibile senza il fuoco e la terra, egli, dunque, verosimilmente, fece il mondo dalla terra e dal fuoco. E poiché c'era bisogno che ci fosse fra loro anche un legame che li tenesse uniti, un legame divino, quello della proporzione, che per sua natura rendesse se stesso e gli elementi legati insieme in una cosa sola, e poiché, d'altra parte, il mondo non era piano (sarebbe infatti bastato a Dio un solo medio), ma sferico, egli ebbe bisogno di due medi per costruire una armonica disposizione; per questo, l'aria e l'acqua furono poste tra il fuoco e la terra, secondo le regole della proporzione: come il fuoco sta nei confronti dell'aria, così l'aria sta nei confronti dell'acqua, questa nei confronti della terra e viceversa.

3. Senza lasciare niente all'esterno, egli ha fatto il mondo unico, ad immagine, anche nel numero, dell'Idea, che è unica. E inoltre lo ha fatto immune dalla malattia e dalla vecchiezza, poiché niente si avvicina ad esso di ciò che può provocare danno, e lo fece autosufficiente e non bisognoso di nulla che fosse al di fuori di esso. Diede poi ad esso la forma sferica, che è la più bella delle figure, la più capace in volume e la più facile a muoversi. Poiché non gli servivano né vista, né udito, né alcuna altra cosa di questo genere, non gli assegnò tali organi e, avendogli tolto gli altri movimenti, gli diede solo quello circolare, che è proprio dell'intelletto e del pensiero.

 


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