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Didaskàlikos

XI. L'incorporeità delle qualità

1. Si può notare inoltre, nel modo seguente, che anche le qualità sono incorporee. Ogni corpo è sostrato, mentre le qualità non sono sostrato ma accidente: la qualità, dunque, non è corpo. Ogni qualità è in un sostrato, nessun corpo è in un sostrato, dunque la qualità non è corpo; ancora, qualità si oppone a qualità, ma un corpo non si oppone a un corpo, e un corpo, in quanto corpo, non differisce in nulla da un altro corpo, ma differisce per qualità e non, per Zeus, per corpo: le qualità non sono dunque corpi. È del tutto ragionevole che, come la materia è senza qualità, così la qualità sia senza materia; ma se la qualità è senza materia, allora la qualità è incorporea. Inoltre, se anche le qualità sono corpi, dovranno esserci due o tre corpi nel medesimo luogo, cosa che è assolutamente assurda. Se le qualità, poi, sono incorporee, anche ciò che le produce è incorporeo.

2. Inoltre, le cause efficienti non possono essere altro che incorporee; infatti i corpi sono passivi e mutevoli e non si trovano sempre nelle medesime ed identiche condizioni, né sono saldi e immutabili, e tosto si scopre che sono passivi anche quando pare che in essi vi sia un'attività; come dunque c'è qualcosa di puramente passivo, così bisogna che ci sia anche qualche cosa di assolutamente attivo; e questo non potrebbe essere altro che l'incorporeo.

3. Tale è dunque il discorso riguardo ai principi, che è detto teologico. Procedendo con ordine, bisogna ora passare nell'ambito che è detto fisico, cominciando da ciò che segue.

 


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